
Whistleblowing: cosa devono sapere oggi le aziende
Un obbligo di legge, ma anche un’opportunità per lavorare meglio
Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso di whistleblowing. Ma di cosa si tratta davvero? E cosa devono fare le aziende per essere in regola?
Con il nuovo Decreto Legislativo 24/2023, l’Italia ha recepito la direttiva europea sul whistleblowing. In parole semplici, si tratta della possibilità – e del diritto – per lavoratori e collaboratori di segnalare in modo riservato comportamenti scorretti, illeciti o pericolosi all’interno dell’azienda.
Chi è obbligato ad adeguarsi?
Il decreto riguarda:
-
tutte le aziende private con almeno 50 dipendenti,
-
aziende che operano in settori sensibili (anche sotto i 50 dipendenti) come ambiente, sicurezza, appalti pubblici, ecc.,
-
pubbliche amministrazioni ed enti che gestiscono fondi pubblici.
In pratica, se gestisci una realtà strutturata, è molto probabile che tu debba adeguarti alla normativa.
Cosa prevede la nuova legge?
Le principali novità introdotte sono:
-
Obbligo di attivare un canale di segnalazione interno: deve essere sicuro, facilmente accessibile e garantire la massima riservatezza.
-
Tutela del segnalante (il whistleblower): chi segnala non può essere punito, licenziato o discriminato per questo.
-
Più soggetti protetti: non solo dipendenti, ma anche tirocinanti, consulenti, ex collaboratori e candidati ai colloqui.
-
Gestione strutturata delle segnalazioni: serve una procedura chiara per ricevere, analizzare e rispondere alle segnalazioni.
Cosa rischia chi non si adegua?
Le aziende che non rispettano le nuove regole possono incorrere in:
-
sanzioni fino a 50.000 euro,
-
contestazioni da parte di dipendenti e collaboratori, con possibili danni di immagine,
-
difficoltà in caso di ispezioni o contenziosi legati a licenziamenti o segnalazioni ignorate.
Come adeguarsi senza complicazioni
Adeguarsi alla normativa non significa stravolgere l’organizzazione aziendale. Bastano pochi ma chiari passaggi:
-
Attivare un canale di segnalazione sicuro e accessibile (anche digitale).
-
Predisporre una policy interna, chiara e comprensibile per tutti.
-
Designare un soggetto responsabile della gestione delle segnalazioni.
-
Formare il personale, almeno i responsabili e i referenti.
-
Aggiornare il codice etico e i regolamenti interni, se presenti.
Il ruolo del consulente del lavoro
Un consulente del lavoro può aiutare l’azienda in tutto il processo:
-
capire se l’obbligo si applica,
-
redigere la documentazione necessaria,
-
attivare soluzioni semplici ed economiche per la gestione delle segnalazioni,
-
offrire supporto legale in caso di contenziosi.
